La gara del Liverpool ha rappresentato un evento che con tutta probabilità entrerà a far parte non solo del Grande Racconto del Calcio ma anche di quello dello Sport più in generale. Il risultato dell’andata, l’assenza di due dei maggiori protagonisti dei Reds, Salah e Firmino, lo stato di forma dei catalani e di Messi, tutto sembrava remare contro alla squadra allenata da Klopp. La rimonta eseguita dagli inglesi avrà probabilmente una eco profonda nella storia della Champions League, destinata a durare per lungo tempo. L’impresa dei Reds è però incommentabile, per stessa ammissione dei giocatori che sono scesi in campo ieri sera con la casacca rossa, i quali a fine gara, di fronte alle pressanti richieste del giornalista di turno di dare una spiegazione a quanto accaduto, non trovavano parole per descrivere quanto avevano appena fatto. Wijnaldum e Henderson hanno continuato a ripetere unbelievable per diverse volte ma senza convinzione, sapendo che poche semplici parole non sarebbero mai bastate.
La gara del Barcellona è stata, in maniera naturalmente diversa, unbelievable. Si dice spesso che una squadra “esca dalla partita” in seguito a una circostanza negativa del campo, come per esempio subire un gol. Il doppio colpo inflitto da Wijnaldum nel giro di due minuti ha determinato qualcosa del genere. E’ però la maniera in cui il Barça subisce il quarto gol ad essere completamente incomprensibile, ad uscire dalla logica ‘del campo’. La disattenzione della difesa blaugrana è troppo evidente, assurda per le logiche di un gioco giunto a un livello troppo alto (una semifinale di Champions!) per prevedere errori simili. Provoca un senso di straniamento vedere i giocatori in giallo fluo fare attenzione a tutto tranne che a quanto sta accadendo nella partita. C’è chi guarda lontano, chi parla con un compagno, chi si tira su un calzettone ma è unbelievable che nessuno si accorga che Alexander-Arnold sta per battere un angolo e che in area ci sia Origi completamente solo.
Per certi versi l’errore della difesa blaugrana lascia una sensazione simile a quanto fatto nella passata stagione da un ormai ex-giocatore del Liverpool. Karius, nel rinviare con le mani un pallone addosso a Benzema senza un apparente motivo logico, in finale di Champions, deve aver lasciato più di qualche tifoso con in bocca soltanto una parola: unbelievable.
Il Liverpool dunque vince perché rimane ‘nella partita’, il Barcellona perde perché ne esce. Tale semplificazione di certo non riporta i meriti dei Reds e i demeriti della squadra di Valverde ma spiega piuttosto bene la trama dell’ultima mezz’ora di gioco. Intorno a loro la bellezza di Anfield dove anche i tifosi del Barcellona hanno cantato ‘You’ll Never Walk Alone’ prima di assistere all’impossibile. In fondo è questa la Champions League, qualcosa di unbelievable.
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