Tre gol per parte, un punto a testa che a livello di classifica non fa la differenza per nessuno e, soprattutto, l'ennesimo atto della sfida tra Carlos Vela e Zlatan Ibrahimovic. Erano questi gli ingredienti principali del secondo El Trafico stagionale, il derby di Los Angeles nonché una delle sfide più sentite dell'intera MLS. La partita si è conclusa 3-3 e ha riservato diverse emozioni, perché se da una parte i Los Angeles FC giocavano solo per il predominio territoriale - vista la prima posizione in classifica e la qualificazione ai playoff già ampiamente blindate - dall'altra i Galaxy erano alla ricerca dei punti necessari per accedere alla seconda fase.
La squadra di Bob Bradley, padre dell'ex romanista Michael, è però alla ricerca della prima vittoria nella stracittadina, la più recente delle rivalità nate in Major League Soccer visto che gli LAFC sono stati introdotti nella lega soltanto la scorsa stagione. Per questo è stata prima costruita e poi rinforzata una rosa in grado di abbattere ogni record, in una stagione che adesso li vede come favoriti numero uno per la vittoria finale assieme ai rinati Atlanta United di Frank De Boer. Eppure il derby è una partita a parte. Lo sa Carlos Vela, bomber messicano che comanda la classifica dei cannonieri con 26 gol, l'ultimo dei quali segnato a inizio ripresa proprio contro i Galaxy.
La rete ha fissato il risultato sul pari il che, se non altro, ha permesso al messicano e ai suoi compagni di non regalare l'ennesima soddisfazione a Zlatan Ibrahimovic. Dal momento in cui ha messo piede negli Stati Uniti, il bomber svedese ha deciso di prendersi totalmente la scena nonostante, questo va detto, attorno a lui non sia stata costruita una squadra eccellente dal punto di vista tecnico. Eppure Re Zlatan, come lui stesso si incoronato, ha abbagliato le platee con numeri e gol di rara bellezza, dando vita a una rivoluzione che tutti, da nord a sud, gli riconoscono di aver avviato. L'ultimo a provare a sfidarlo è proprio Vela, che a 30 anni ha finalmente trovato la sua maturità calcistica.
I due si sono beccati più volte in passato, perché se da una parte l'ex baby prodigio dell'Arsenal ha fatto parlare il campo, Ibra gli ha dimostrato costantemente di avere qualcosa in più. Se il messicano segna, Zlatan lo fa meglio e se il primo incide, quest'ultimo fa la differenza. E' successo anche questa notte al Banc of California Stadium, l'innovativo impianto che ospita le partite dei Los Angeles FC, quando - dopo soli due minuti - il centravanti dei Galaxy ha segnato la rete più veloce de El Trafico, raddoppiando poi dopo una manciata di minuti. Se il verdetto finale ha sancito la parità, Ibrahimovic ha nuovamente prevalso nella sua sfida personale con Vela, ripetendosi a un mese di distanza da quel 3-2 clamoroso scritto - guarda un po' - da una sua tripletta.
Tre gol straordinari, segnati a distanza di un mese da una conferenza stampa infuocata, dove l'ex centravanti del Manchester United - interrogato a proposito del rivale - non si era fatto problemi a ribadire la propria superiorità:
Dichiarazioni forti, che avevano stuzzicato e suscitato la reazione del diretto interessato. Ai microfoni di ESPN, il talento di Cancun aveva provato a mettere in mezzo le statistiche, prima che il campo desse l'ennesimo verdetto a favore dello svedese. La stagione di Vela resta però strepitosa, probabilmente la migliore mai giocata in carriera: il giocatore viaggia su medie realizzative impressionanti e insidia anche Josef Martinez, uno che negli Stati Uniti ha cominciato a segnare a raffica.Grazie alle reti del messicano i Los Angeles FC hanno dominato la Western Conference, sfruttando la sua grande capacità di tramutare in gol un'infinita quantità di palloni prodotti dal 4-3-3 offensivo e organizzato di Bradley, nel quale fanno bella figura l'attaccante uruguayano Diego Rossi (obiettivo della Fiorentina) e altri elementi interessanti come il ghanese Blessing e il giovane colombiano Atuesta.
E Ibra? Lui ha toccato quota 20 gol in regular season e affila le lame per i playoff, lo scorso anno mancati per una manciata di punti. Il giorno dopo l'ufficialità dell'esclusione dalla seconda fase, il centravanti si era lamentato del sistema adottato dalla MLS. Concetto, peraltro, ribadito pochi giorni fa:
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