Dopo la vittoria in Supercoppa di mercoledì, ìl lunch match dell’ultima giornata del girone di andata parla americano. 5 tiri, di cui un goal di testa, con giocate a tutto campo, tanti inserimenti, recuperi e soprattutto dialoghi in velocità con i compagni. Ecco la gara di Weston McKennie, giocatore che a centrocampo mancava alla Juventus con queste caratteristiche da un po’ di tempo. 22 tiri della squadra, di cui alcuni potevano e dovevano essere concretizzati meglio, soprattutto in alcuni frangenti della gara. Nonostante ciò e in alcuni momenti di difficoltà della gara dei bianconeri, Bentancur, Arthur (un po’ meno nella ripresa) e McKennie, hanno retto l’urto anche di tanti falli commessi dai bolognesi (rigore netto su Cuadrado non assegnato nemmeno con il var). A mio avviso Pirlo ha trovato l’assetto definitivo del centrocampo. Arthur non deve e non può fare il playmaker a centrocampo in posizione centrale (lo ha ribadito attraverso un’intervista prima di inzio gara), ma preferisce giocare lateralmente. Aggiungo: con il gioco veloce di Pirlo, le sue doti sono più consone nella parte sinistra del centrocampo, lasciando a Bentancur le redini del gioco, con il jolly McKennie. Partendo da destra, Weston ha le capacità di inserimento e di recupero in alcune azioni in velocità, sapendo cosa fare e dove stare al momento giusto. Non ci sono dubbi. Sarà questo l’assetto definitivo della titolarità di questi 3 uomini nelle gare che conteranno. Non si può anche oggi non citare il solito e determinato Cuadrado. Sempre attivo, grandi recuperi e soprattutto un motore sulla fascia inesauribile. Ma oggi il leader nel comandare la squadra è stato Szczęsny. Ha urlato dal primo all’ultimo minuto con i suoi compagni, con grandi parate determinanti. La Juve deve migliorare l’assetto difensivo. Non si può subire così tanto contro il Bologna. Troppi tiri subiti e soprattutto troppa libertà in alcuni momenti della gara di alcuni giocatori del Bologna che arrivavano in porta molto facilmente. Anche oggi se le sostituzioni fossero state effettuate 15 minuti prima, forse ci sarebbe stata meno sofferenza nel gestire la parte centrale del match, perché la stanchezza era evidente in alcuni giocatori. Adesso pronti per il girone di ritorno con tanti punti da poter ottenere. Nulla è ancora perduto per la lotta scudetto. Chiosa finale sulla strana esultanza dell’americano sul suo goal, imitando la spada di zorro: ha una saetta tatuata nel dito anulare sinistro. Il suo gesto si riferiva alla bacchetta magica di Harry Potter.

Sezione: Editoriale / Data: Dom 24 gennaio 2021 alle 15:07
Autore: Salvo Campana
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